A feature film produced by Venice Biennale & Mybosswas.
Winner of Biennale College 2016.
Best italian movie at 74th Mostra del Cinema di Venezia (young jury)
World premiere:
74th Mostra del Cinema di venezia
International Premiere:
CPH:DOX Copenaghen
Beautiful Things è un documentario veramente spettacolare con la struttura di una fuga.
Glen Kenny (NY Times)
Giorgio ha un talento particolare nel rappresentare la storia come in una sorta di sinestesia, creando immagini con la musica invece di usare la musica per rinforzare le immagini.
Stephanie Zacherek (Time Magazine)
Come tutti i bravi compositori sinfonici Ferrero conosce il potere del silenzio; la colonna sonora si fa spazio tra i silenzi ripulendo il mondo dal disordine.”
David Bordwell (Critic, Professor Emeritus of Film Studies)
Ho visto Beautiful Things e mi è piaciuto tantissimo. La combinazione di musica sofisticata e di una fotografia fantastica è meravigliosa. Mi è piaciuto veramente tanto.
Stefan Sagmeister
Il montaggio del film è impressionante, a un certo punto le scene iniziano a sovrapporsi rispecchiando l’utilizzo della musica come anticipazione narrativa.
Cineuropa
Un’opera visionaria che durante la scorsa Mostra del cinema di Venezia ha lasciato la laguna a occhi spalancati e bocca chiusa.
Fabrique du cinéma
Uno dei migliori esordi degli ultimi anni.
Nonsolocinema
Beautiful Things è una stordente sinfonia visiva sugli oggetti e sul processo di dis-umanizzazione dell’uomo di grandiosa potenza visionaria. Tra i film più belli di questa edizione. Un miracolo, forse. Per fortuna ancora ne capitano.
Quinlan
Beautiful Things di Giorgio Ferrero lascia davvero a bocca aperta. Una canzone audiovisiva e punk, una sonata per percezioni multiple, dagli inaspettati andamenti musicali. Da audiovedere abbandonati all’evocazione.
Uzak
SINOSSI
Van è un manutentore di pozzi petroliferi. Lavora nel deserto, all’interno di un grande giacimento in Texas. Danilo è capo macchina su una nave cargo. Vive ogni giorno nel cuore dello scafo dove risiede un mastodontico motore. Andrea è uno scienziato. Ha passato la propria vita tra le formule matematiche e il silenzio delle camere anecoiche. Vito ha trascorso metà della propria vita gestendo slot machine. Oggi è il responsabile di un’immensa fossa di rifiuti in cemento armato. Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro viaggio all’interno di luoghi industriali e scientifici isolati e spettrali. Questi uomini sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono ogni giorno nel silenzio e nella solitudine la stessa liturgia meccanica, convivendo con i propri fantasmi. Lei e Lui sono una coppia come tante. Hanno passato la vita ad accumulare oggetti fino a un punto di saturazione. Sono cresciuti nel boom della televisione commerciale, sono la prima generazione a essersi emancipata attraverso Internet. Oggi hanno quarant’anni e sono alla ricerca di una via d’uscita. Lei e Lui siamo noi. E non abbiamo mai sentito parlare di loro.
COMMENTO DEL REGISTA
Beautiful Things è un viaggio, una storia in quattro atti dove immagini, parole e suoni sono insolubili tra loro. Quattro mondi che si intersecano in cui perdersi. I protagonisti del film conducono vite lontanissime dalle nostre ma i loro fantasmi nell’armadio ci fanno sentire parte di un unico disegno. Il film è stato scritto con un approccio musicale, come una partitura in cui le note, le immagini e le parole hanno lo stesso peso e ognuna cerca la propria geometria tra le righe. Il film è dedicato a noi che non sappiamo vivere senza collezionare oggetti semi inutili. A noi tossici viziosi, bulimici accumulatori. A noi che non riusciamo a vivere nel silenzio. A noi che non riusciamo ad addormentarci senza Netflix nelle orecchie. A noi che accettiamo l’idea che la vita possa precederci ma non che i nostri oggetti ci possano sopravvivere.
Questo film è un modo per sfuggire il nostro stile di vita da cui non riusciamo ad uscire in alcun modo. I brevi quadri della quotidianità di una coppia che si intersecano all’impianto narrativo principale del racconto sono le vite degli autori del film stesso. La generazione dei robottini, delle prime chat porno, dei peluche dell’Ikea. Abbiamo cercato attraverso la nostra malinconia di raccontare l’urgenza di un ritorno al silenzio, la ricerca di un respiro libero dalla compressione della vita immolata al rumore.
Questo è il nostro urlo e abbiamo cercato di tradurlo in un canto.
Project team
Scritto e diretto da
Giorgio Ferrero
Direzione della fotografia e co-regia
Federico Biasin
Musiche e suono
Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore
Riprese e montaggio
Giorgio Ferrero, Federico Biasin, Enrico Aleotti, Filippo Vallegra
Una produzione
MYBOSSWAS
Main cast
Van Quattro (Usa)
Danilo Tribunal (Philippines)
Andrea Pavoni Belli (Italy)
Vito Mirizzi (Switzerland)
Vittoria De Ferrari Sapetto (Italy)
Andrea Valfrè (Italy)
Partners
Film Commission Torino
Regione Piemonte
Db technologies
Odessa city – texas
Grimaldi Lines
Università degli studi di Ferrara
Azienda Cantonale dei Rifiuti
Le Gru
Klepierre
Collegio Einaudi
Edi Milano
Universal Robots
Visual Pro 360
Quercetti
Ombra di Foglia
Web development
Daniele Morano




