NOTE DI REGIA

A marzo 2022 dovevamo partire per la Russia per approfondire le ricerche iniziate oltre un anno prima per lo sviluppo del lungometraggio White Days, attualmente in scrittura. Dovevamo incontrare Lika, Masha, Yana e iniziare a sperimentare e a sognare un film insieme in grado di raccontare la generazione Z attraverso la storia di un gruppo di ventenni che decidono di incontrarsi per la prima volta dal vivo lasciando le proprie case in diverse parti del mondo, per compiere un viaggio insieme e per raccontare il pianto ghiacciato del pianeta alla fine del mondo.

A marzo non siamo potuti partire. E il pianto che ci ha lasciato inermi era quello delle nostre compagne di viaggio in Russia, rimaste da un giorno all’altro senza speranze e senza sogni. Abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto, nonostante le restrizioni, le vpn, la guerra. Abbiamo sfruttato Internet per quello che pensiamo sia il suo lato più stupefacente: superare i confini insieme pur rimanendo lontanissimi. Abbiamo realizzato il film interamente attraverso videochiamate e chat rimanendo collegati giono e notte costantemente, provando e riprovando le inquadrature e le scene attraverso i dispositivi senza mai incontrarci fisicamente.

È nato ‘Happy Birthday’, un film breve di finzione, che inizia un percorso di indagine sulla generazione nata nel 2000. La data di inizio del viaggio è il 28 febbraio 2022, quattro giorni dopo la data più amara e triste che quest’anno lascerà alle sue spalle.

Perché un’intera generazione si sta risvegliando, come in un brutto sogno, in un mondo che perde acqua da tutte le parti, una generazione che per prima si è trovata, giovanissima, a fare i conti con una realtà ereditata che sembra irrisolvibile. Questo film inizia a mettere al centro questi giovani adulti, uniti nelle connessioni e nelle emergenze, in grado di percepire il pianeta come un unico essere pulsante. La Z è una generazione che si auto racconta attraverso i social network come fluida, creativa, autodistruttiva, potenzialmente esplosiva, è una generazione iperconnessa e oppressa dalla nascita che si sta preparando a gestire un mondo imprevedibile, decadente, ma anche meraviglioso e stupefacente. Questi ragazzi, figli dell’emergenza climatica, del consumismo, del populismo, della crisi sanitaria, della guerra, avranno la possibilità di abbattere i muri intorno alle certezze individuali, imparando a non frenare il proprio pensiero, adattandosi al cambiamento senza temere l’angoscia dell’incertezza, prendendo al volo e con talento le connessioni che si creano nel caos. Questa generazione dovrà fare scelte difficili e traumatiche, enormi sacrifici, ma avrà la possibilità di compiere una vera rivoluzione sciogliendo le illusioni delle generazioni precedenti, potrà fare esattamente quello che la mia generazione non ha voluto fare: avere una coscienza collettiva.

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